Transito e coordinate spazio tempo
Contributo al seminario di Polivisione del 19-11-2022
a cura di Nicola Basile e Milena Ciano
Anche il corpo è un luogo di transito
Luoghi che sono divenuti pozzi bui e profondi, abissi che ricacciano indietro e costringono a un contatto soffocante con il dolore, richiedono a chi li deve attraversare, la ricerca di una fune, una traccia, per poterli lasciare. La mancanza di certezze, si fa corpo e lacrima, poiché il viandante non sa quale sarà la sua sosta futura né avendo transitato prima il luogo che sta percorrendo, può contare soltanto sulle sue membra. Tuttavia, anche il corpo è un luogo di transito. [1]
Coordinate per un interno esplorabile
Il vuoto può essere uno spazio inabitabile, un’emozione senza contenitore che lascia fermi su un sedile, una regione da cui non si viene e a cui non si giunge. Il vuoto è come un quadro in cui ogni elemento risponde ad una regola di cui non c’è un portavoce perché non lo si può ascoltare e condividere, simile a un monolite impenetrabile. Il vuoto si fa volume, contenitore quando la perdita diventa un’esperienza pensabile. Il vuoto, lasciando spazio ad un ascolto di ciò che manca, acquista le coordinate di un luogo interno esplorabile. [2]
Sospensione
Tra le mura di luoghi di accoglienza che non accolgono ma separano, bambine aspettano il ritorno del materno amorevole che sani il dolore. Nel medesimo tempo prevedono che altri arrivino tra le braccia a loro negate. [3]
Simmetrie
Rintracciano altri terreni dove mettere radici e germogliare perché l’altro non rimanga estraneo e nemico, i semi sono corpi che hanno bisogno di contatto, di essere presi per mano per imparare a vivere, ora dal vento ora da un’anima. Hanno un padre? Hanno una madre? Tempo e spazio, sono alleati del seme per raccogliere il buono, il frutto nutriente che cresce nonostante, e grazie, ai difetti del corpo e dell’anima. Spazio e tempo disegnano simmetrie generative che sgorgano accanto all’acqua e alla luce, radici della ricostruzione della propria città oltre le macerie. Quando alcuno accede a sé e all’altro, i corpi perdono consistenza, la vita si desertifica.
Bibliografia e crediti
[1] Cavarero Adriana, Il corpo come luogo di transito, Doppiozero, 2014
https://www.doppiozero.com/il-corpo-come-luogo-di-transito
“Ci ricorda Roberto Esposito (in “Le persone e le cose”- Einaudi ed-), proseguendo su un filone originale di ricerca che si conferma sempre più fruttuoso, che il dispositivo della persona, lungi dal delimitare una zona compatta e impermeabile all’irruzione della cosa, è già scisso al suo interno, come del resto annuncia il termine greco persona che significa maschera.”
[2] In Transit Foto Magali Dougados
da Gardenghi Andrea, Corpi in attesa. L’umanità in transito di Koohestani, Teatro e critica, aprile 22. https://www.teatroecritica.net/2022/04/corpi-in-attesa-lumanita-in-transito-di-koohestani/
Se ne consiglia la lettura e se possibile la visione in teatro.
[3] Basso Tatiana La sospensione della scultura: intervista a Paolo Migliazza, 2014 in Exibart https://www.exibart.com/arte-contemporanea/la-sospensione-della-scultura-intervista-a-paolo-migliazza/
Se ne consiglia la lettura come l’esplorazione del contenuto visivo.
Il contenuto di questo breve testo si deve a tutti coloro che hanno partecipato al Seminario di Polivisione in setting di psicodramma Analitico della SIPsA che si è tenuto on line a ottobre 2022.
I crediti per le immagini sono riportati in didascalia.
Ci scusiamo per distrazioni o inesattezze nelle citazioni bibliografiche, pronti a correggerle.
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