Categoria: Età Evolutiva

“Per essere vivi bisogna essere separati…”

Introduzione al seminario di Polivisione del 5/11/2021 - h 20,00 - 21,30


Cosa accade quando una donna viene relegata nel ruolo di madre?

di Sarah Salvatore - psicologa - psicoterapeuta - socio SIPsA

Il lavoro di Polivisione sul tema della cura ha portato a riflettere sulla complessità del desiderio materno, non sempre esente da ambivalenze.

Lacan si è discostato dal modello anglosassone che proponeva il desiderio materno in termini di holding e rêverie, per introdurre una versione di madre che anziché assumere funzione di riparo dall’ angoscia, può talvolta, provocarla. Nel “Seminario Libro VII. Il rovescio della psicoanalisi” (1969-1970) offre l’immagine di una bocca spalancata di un coccodrillo per descrivere la spinta fagocitante di ogni madre, anche la più dedita ed amorevole.

 

Recalcati ne “Le mani della madre” (2015) sottolinea che quando il codice materno perdura oltre il periodo in cui è funzionale rischia di mettere in pericolo il processo di differenziazione tra il bambino e la madre.

 

Ma quando le cure materne possono degenerare in questo modo?

Recalcati, in linea con Lacan, individua l’origine di questa degradazione nella tendenza della madre ad annullarsi per il figlio, a vivere solo per lui e a dedicarsi senza alcun limite. L’esistenza di questo limite dovrebbe essere stabilita dal legame d’amore da cui la vita del figlio è scaturita, quel legame che separa l’esistenza della madre dall’ esistenza della donna. Senza questa distanza, madre e bambino si confondono dentro una simbiosi mortifera. In questi casi, non è solo il bambino ad essere divorato dalla madre, ma anche la donna viene fagocitata dalla madre, perché il suo desiderio viene assorbito da quello materno. Il mondo, allora, si contrae e non ammette la possibilità di tollerare nessuna separazione. Ma un legame senza possibilità di separazione non può che cancellare il desiderio.

Come è possibile liberare il soggetto dalla madre coccodrillo?

Per Lacan è la Legge del padre che salva dal rischio della divorazione materna. La Legge prevede una castrazione simbolica che rende impossibile il desiderio incestuoso e funge da interdizione dell’unione tra la madre e il bambino. Il Nome del padre proibisce la divorazione incestuosa preservando la differenza fondamentale tra “l’essere della madre” e “l’essere della donna”, affinché la libido della donna non venga sequestrata completamente e unicamente dal figlio. In questa ottica, il desiderio femminile è già una specie di Nome del Padre in quanto agente e garante della separazione.

BIBLIOGRAFIA

Lacan, J., Il seminario. Libro VII. Il rovescio della psicoanalisi. 1969-1970, Einaudi, Torino 2001.

Recalcati M. (2015). Le mani della madre. Milano. Feltrinelli.

Il seminario non è gratuito; si richiede la fatica del proprio esserci e il desiderio della psicoanalisi. Per partecipare scrivere a nuovipercorsiviaborelli@gmail.com indicando il proprio nome, professione, numero di telefono per poter ricevere il link di accesso a meet.

https://goo.gl/maps/mwatyd5JZVJXvL9m6 1

“E il contratto che stipulo mi chiama alla cura di te”

di Sarah Salvatore - psicologa - psicoterapeuta - socio SIPsA

Introduzione al seminario di Polivisione del 1/10/2021
organizzato dallo Studio Nuovi Percorsi e dalla SIPsA

Il lavoro del gruppo di Polivisione induce a riflettere sulla questione del “prendersi cura” nella relazione con l’Altro. Il caregiving è un fenomeno fondamentale dell’essere umano, evidente già nelle primissime https://goo.gl/maps/mwatyd5JZVJXvL9m6 1interazioni madre-bambino, ma è anche un aspetto caratterizzante la relazione terapeutica. L’analista può essere pensato come “contenitore materno”. Bion (1962) sviluppò questa idea formulando una teoria del contenimento materno e terapeutico e usò il concetto di identificazione proiettiva per far luce sull’ interazione interpersonale. All’ interno di quest’ottica, il bambino, piangendo, attua una forma di comunicazione proiettiva, attraverso la quale la sofferenza è sentita ed introiettata dalla madre. Se la madre è in quel momento in grado di svolgere abbastanza bene le sue funzioni, può fare un lavoro psichico al proprio interno che le permette di definire il problema e ciò che serve per risolverlo. Essendo capace di comprendere ciò che non va, la madre può intraprendere le azioni opportune, provvedendo al bambino, in modo da alleviarne le sofferenze. Il processo di definizione del malessere e del modo in cui affrontarlo viene comunicato al bambino attraverso l’atto di occuparsi di lui, ad esempio, nutrendolo. Si tratta di una proiezione di ritorno della sofferenza, trasformata in un’azione di comprensione (rêverie materna). Il bambino, una volta che la madre ha iniziato a provvedere e a dare assistenza alla sua sofferenza, può riprendersi tale esperienza (reintroiettarla) ma in una forma modificata. Attraverso l’introiezione dell’esperienza che è stata compresa, il bambino può arrivare ad acquisire la stessa comprensione che ha la madre. Per esempio, se la madre è attenta, egli può comprendere, attraverso i suoi interventi, che una determinata esperienza significa fame (ovvero richiede che qualcosa sia accostata alle sue labbra per essere succhiata e dare nutrimento). L’accumularsi delle occasioni in cui le esperienze vengono capite inizia a creare un’acquisizione, interna al bambino stesso, di un oggetto interno che ha la capacità di comprendere le sue esperienze. La Segal (1975) descrisse questa interazione madre-bambino come modello dello sforzo terapeutico dell’analista.

Un altro contributo fondamentale al tema della cura è stato fornito da Winnicott, che ha individuato nel rapporto madre-bambino il nucleo da cui trae origine lo sviluppo psichico dell’individuo, la formazione del Sé, la costituzione dell’Io e il rapporto con il mondo esterno.
Winnicott ha coniato l’espressione di madre sufficientemente buona per definire quella figura di accudimento capace di riconoscere i bisogni, sia fisici che psichici, del bambino e di adattarsi attivamente ad essi. La madre sufficientemente buona possiede la preoccupazione materna primaria, ovvero uno stato della mente che le permette di offrire al bambino un ambiente di Holding: spazio fisico e psichico protetto, in cui il bambino può sperimentare l’onnipotenza soggettiva, ovvero la sensazione di essere lui, con i suoi desideri, a creare ogni cosa. I desideri del bambino fanno sì che le cose accadano: se il bambino ha fame compare il seno materno. La madre sufficientemente buona si occupa di disilludere gradualmente il bambino e di condurlo verso un’esperienza di realtà oggettiva: il bambino si accorge che l’appagamento del suo desiderio richiede una negoziazione adattiva con gli altri. Tra le due esperienze ne compare una terza, l’area transizionale. In questo stadio l’oggetto si trova nel mezzo: non è né creato dal bambino ma nemmeno separato. L’oggetto transizionale è un’estensione speciale del sé del bambino, a metà tra la madre che il bambino crea nell’ onnipotenza soggettiva e la madre che scopre agire di sua iniziativa nel mondo oggettivo. L’esperienza transizionale ammortizza il salto tra un mondo in cui i desideri rendono reali i propri oggetti in modo onnipotente e un mondo in cui, affinché i propri desideri siano appagati, è necessaria la collaborazione con gli altri.
Winnicott introdusse uno stile terapeutico in cui la situazione analitica veniva equiparata alla relazione madre-bambino e mise in risalto la capacità dell’analista di riconoscere i bisogni primari del paziente. In questo senso, attribuiva al setting un ruolo fondamentale tanto quanto l’interpretazione: avvicinava il setting all’ holding, cioè alla capacità della madre di fungere da contenitore. In altre parole, Winnicott considerava il processo analitico come una replica riparatrice del processo naturale di crescita. Pertanto, considerava che per poter accedere in analisi a situazioni di carenza primaria erano necessari dei lunghi tempi di attesa, insieme ad un setting-contenitore sufficientemente buono che consentisse al paziente di costruire una fiducia di base, elemento fondamentale per la regressione e la ricostruzione.

BIBLIOGRAFIA
Bion W. (1962). Apprendere dall’ esperienza. Armando Editore, Roma.
Segal, H . (1975). A psycho-analytic approach to the treatment of schizophrenia. In: Lader, M. (Ed.) Studies of Schizophrenia. Headley Bros, Ashford, pp.94-97.
Winnicott D. W. (1971). Gioco e realtà. Armando Editore, Roma.

Scrivere a nuovipercorsiviaborelli@gmail.com indicando il proprio nome, professione, numero di telefono per poter ricevere il link di accesso a meet.

occhi che osservano con dolcezza

INCONTRO CON L’OSSERVAZIONE DIRETTA

L’OSSERVAZIONE DIRETTA
E LA SUA APPLICAZIONE IN CAMPO EDUCATIVO
NELLO STUDIO REALIZZATO A BARCELLONA

organizzato in collaborazione con Studio Multidisciplinare Nuovi Percorsi, via Borelli 5 Roma
28 maggio 2021 h 19 – 20,30,  piattaforma meet

occhi che osservano con dolcezzaQuesto incontro presenterà come si è svolta un’esperienza di ricerca in ambito educativo e formativo in cui è stata utilizzata la metodica dell’osservazione diretta. Verrà illustrato ciò ha portato alla definizione di un modello di apprendimento che ha aiutato ad ampliare e modificare lo sguardo dell’adulto sull’infanzia.

Introduce il webinair: Nicola Basile – psicoanalista, membro didatta della SIPsA, che ha collaborato alla costruzione della Metodica dell’Osservazione Diretta.
L’esperienza verrà presentata dall’antropologa dott.ssa Pau Farras Ribas che ha svolto la ricerca.
Seguirà conversazione su esperienze di osservazione in ambiti educativi e formativi-

Per ricevere il link contattare i seguenti recapiti:
mail_nuovipercorsiviaborelli@gmail.com
Nicola Basile – 3296322722

C'est Polyvision! vu par Abel Gance

Polivisione 20 novembre 2020


Incontro di “Polivisione”
con il dispositivo dello Psicodramma Analitico”…
affinché la parola della clinica, dell’incontro,
non resti privata del suo pubblico …
per proseguire nella ricerca di ciò che si nasconde. 
*20 Novembre 2020* h 19:00 – 20,30

Saremo sempre isole,
isolati dentro isole,
necessario isolamento.
Potete girare attorno
alla isola confine
non varcare.
È un confine che confina,
retaggio di quel confino,
marchio di Resistenza.

Questione che va dall’infanzia
alla terza e oltre età.
Pianto, lugere.
Vorresti riunirti a me?

Polivisione aperta a tutti coloro che hanno partecipato all’incontro del 23 ottobre e a un certo numero di invitati da parte dello studio. Il lavoro verterà sullo scandagliare cosa fa emergere in ciascun partecipante, prima di tutto soggetto desiderante in relazione con la società, la rielaborazione del caso clinico a cura delle dott.sse Silvia Brunelli e Silvia Salerno. Condurrà il gruppo prima in setting di discussione del caso e poi in setting di gruppo di psicodramma analitico, il dott. Giuseppe Preziosi.
Osserverà il dott. Nicola Basile.

Le iscrizioni necessarie per ricevere il topic di accesso, si possono fare inviando una mail a:
• nuovipercorsiviaborelli@gmail.com;
• lasciando un messaggio con nome, cognome e numero telefonico alla segreteria dello studio: tel. 067020310.
La partecipazione agli incontri non è gratuita: è richiesto il desiderio di mettersi in gioco e dare il proprio apporto culturale e professionale.

L’illustrazione: “L’isola dei giocattoli” di A. Savinio

C'est Polyvision! vu par Abel Gance

Riprendiamo gli incontri di “Polivisione” 2020 – 2021

Riprendiamo gli incontri di “Polivisione” con il dispositivo dello Psicodramma Analitico”… affinché la parola della clinica, dell’incontro, non resti privata del suo pubblico … per proseguire nella ricerca di ciò che si nasconde. (1)

Premessa

In questi ultimi mesi il nostro desiderio ha investito energie preziose e vitali per contrastare la pulsione di morte manifestatasi in modo esemplare attraverso la pandemia.
Il nostro compito, come quello che con entusiasmo portò alla scoperta della psicoanalisi di gruppo con Wilfred R. Bion (2), o che fece fare passi da giganti a Sandor Ferenczi (3) sulla pulsione di morte, non è quello di sostituire magicamente la psicoanalisi alla ricerca febbrile della medicina, alla corsa degli Stati per trovare leggi economiche che non calpestino la vita e che convivano con la democrazia, ma quello di rimodulare il conflitto che fa negare il limite, la negazione della morte, affinché la vita, la pulsione di vita possa affermare il suo carattere creativo.

Allo scopo di rendere visibile a un pubblico (4) accomunato dal piacere della psicoanalisi il vasto materiale prodotto nelle sessioni di polivisione, durante i mesi di lockdown, il gruppo di lavoro dello Studio Nuovi Percorsi di Roma, con sede in via A. Borelli 5, è all’opera per renderne possibile una lettura web. L’impegno editoriale è stato affidato al dott. Nicola Basile e alla nostra amica dott.ssa Viviana Sebastio (5). I curatori della pubblicazione si sono dati un tempo breve, dicembre 2020. I nostri auguri per il loro impegno.

Riprendiamo a partire da ottobre, il progetto di “Polivisione” della clinica, in stretta collaborazione con La Società Italiana Psicodramma Analitico (6) affinché la clinica sull’infanzia e l’adolescenza, arrechi pensiero alle attività umane che offrono crescita al soggetto uomo in sintonia con l’ambiente.

Calendario dei prossimi incontri in setting a distanza su piattaforma zoom

*23 Ottobre 2020* h 19:00
Polivisione per psicologi, psicoterapeuti, Terapisti della Neuro Psicomotricità dell’Età Evolutiva, logoterapisti, educatori di comunità, docenti.
Presenterà il caso clinico la dott.ssa Silvia Salerno.
Condurrà il gruppo prima in setting di discussione del caso e poi in setting di gruppo di psicodramma analitico, il dott. Nicola Basile. Osserverà il dott. Giuseppe Preziosi.

*20 Novembre 2020* h 19:00
Polivisione aperta a tutti coloro che hanno partecipato all’incontro del 23 ottobre e a un certo numero di invitati da parte dello studio. Il lavoro verterà sullo scandagliare cosa fa emergere in ciascun partecipante, prima di tutto soggetto desiderante in relazione con la società, la rielaborazione del caso clinico a cura delle dott.sse Silvia Brunelli e Silvia Salerno. Condurrà il gruppo prima in setting di discussione del caso e poi in setting di gruppo di psicodramma analitico, il dott. Nicola Basile. Osserverà il dott. Giuseppe Preziosi.

*11 Dicembre 2020* h 19:00
Polivisione per psicologi, psicoterapeuti, TNPEE, logoterapisti, educatori di comunità, docenti e a coloro degli invitati che siano interessati al pensiero psicoanalitico. Il dott. Giuseppe Preziosi e il dott. Nicola Basile presenteranno una rielaborazione clinica dei precedenti incontri, individuando alcuni nodi della teoria psicoanalitica che il lavoro ha fatto emergere. Condurrà il gruppo, prima in setting di discussione del caso e poi in setting di gruppo di psicodramma analitico, la dott.ssa Silvia Brunelli. Osserverà il dott. Nicola Basile.

Le iscrizioni necessarie per ricevere il topic di accesso, si possono fare inviando una mail a:
• nuovipercorsiviaborelli@gmail.com
• lasciando un messaggio con nome, cognome e numero telefonico alla segreteria dello studio: tel. 067020310.
La partecipazione agli incontri non è gratuita: è richiesto il desiderio di mettersi in gioco e dare il proprio apporto culturale e professionale.

Note

[1] Testo elaborato da N. Basile con l’editing di Viviana Sebastio su proposta del gruppo di lavoro sulla Polivisione dello Studio Nuovi Percorsi di via A. Borelli 5, Roma

[2] W. R. Bion – Esperienze nei gruppi – Armando editore

[3] https://www.spiweb.it/spipedia/ferenczi-miskolc-sandor/

[4] S. Gaudé – Sulla rappresentazione. Narrazione e gioco nello Psicodramma – Alpes Italia

[5] https://www.linkedin.com/in/vivianasebastiotraduzioni/

[6] https://sipsapsicodramma.org/