Categoria: osservazione

Appunti per l’incontro di supervisione del 17 febbraio 2017

E’ supposto che qualcuno sappia,
in questo caso il soggetto in gruppo,
lo domanda,
a ciascun partecipante all’incontro
che si fa contenitore di bisogni
e non urna e lapide
del sapere ogni volta diverso.

Ci diamo appuntamento
qui a rovistare tra questi bisogni
in modo da trasformarli in domande
che aprano alla dimensione
fluttuante del desiderio
che cerca un contenitore
che permetta agli sguardi
di farsi parola.
La costruzione di uno studio contenitore
di uno sguardo/ supervisione
non senza impicci
non senza fatiche
si fonda sulla giusta altezza
del bambino che ci interroga,
sul tempo fluttuante del gesto,
del sogno condiviso,
osservato da più punti di vista
da chi e con chi
è in quel luogo
per offrire relazione e cura
alla domanda.

 

Questa pagina esce per rendere pubblico il nostro lavoro mensile di supervisione in gruppo, a chi  si occupa di relazione di cura con i minori, a chi la richiede.
Non scriviamo per gratificare il piacere della pubblicazione, scriviamo affinché chi incontriamo nelle stanze dello studio “Nuovi Percorsi” di via Borelli 5 a Roma, possa offrirci il suo di pensiero, e se non lo ha fatto, possa pensare di farlo.
E’ un semplice augurio affidato alla parola, affinché essa trovi un suo contenitore temporaneo anche su queste pagine, come nel prossimo incontro di venerdì 17 febbraio e in tutti gli incontri, in gruppo e individuali.
                                                                                                    a cura di Nicola Basile e Giuseppe Preziosi
Si ringrazia l’artista Alessandro Broccoletti per la gentile concessione visibile al seguente indirizzo: http://www.iskandart.it/

“L’occhio che mi guarda”

Introduzione di Nicola Basile

Si può interagire attraverso lo sguardo, lo hanno dimostrato le ricerche sulle relazioni neonatali tra madre e infante, lo hanno confermato le ricerche sui neuroni a specchio, lo troviamo scritto e descritto nelle ricerche della Esther Bick sulla relazione madre bambino, ne ha fatto una metodica osservativa il gruppo diretto da Franco Scotti che ha pubblicato i suoi lavori in quel bel libro intitolato “Osservare e Comprendere” (2002) che narra come l’incontro degli sguardi metta in moto progettualità nei diversi campi della relazione di cura. L’elenco tralascia ovviamente l’intera ricerca condotta dalla psicoanalisi nelle persone del suo fondatore Sigmund Freud, quella della Klein, che proprio intorno alla pulsione scopica scrive pagine memorabili, alle pagine di Winnicott che intreccia sguardo e segno con i suoi piccoli analizzandi per non terminare con Jacques Lacan e il concetto dello specchio, in cui si dà conto dell’origine dell’inconscio. L’elenco deve essere per forza incompleto per lasciare spazio alle righe che gentilmente Pau Farràs Ribas ha scritto e tradotto per noi dal catalano.  Con Pau da anni lavoriamo a intenso scambio proprio sull’esperienza di cosa possa produrre un osservatore in un campo educativo, osservatore partecipante ma astinente, allenato a sostenere per un tempo dato un ruolo di presenza senza parola e meno ingombrante possibile. L’articolo recentemente apparso su “El jardì de Sant Gervasi“, nello spazio nominato “L’arte di osservare”, Pau lo ha tradotto per noi e noi lo pubblichiamo nelle due lingue, catalano (raggiungibile con il link sulla pagina) e italiano perché i suoni si confrontino, si completino, suscitino domande. Ringraziamo ovviamente Dino Buzzati e il suo cane Galeone, (1968) , che ci hanno dato un’altra opportunità di incontro e che speriamo vengano nuovamente letti e apprezzati.
1) 2002 Borla editore
2) 1968 Arnoldo Mondadori Editore

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