Categoria: Psicoanalisi

Il desiderio è qui

Ciclo di incontri sullo Psicodramma Analitico

 

Il centro didattico Aletheia ha stabilito di fare il punto della situazione sui diversi stili dello psicodramma analitico a partire da questo mese di febbraio fino a maggio 2024, in un ciclo di quattro incontri.
L’orizzonte del nostro impegno non è l’uniformità ma la comprensione al meglio di ciò che maestre e maestri hanno lasciato nella teoria e nella pratica della SIPsA.
In questi mesi pensiamo di poter dare un contributo all’elaborazione di questo originale e prezioso dispositivo attraverso il desiderio della psicoanalisi di ciascun iscritto SIPsA o analista che parteciperà agli incontri di venerdì dall’h 10 -13 nelle date indicate.

 

Chi animerà gli incontri?

 

 

I soci SIPsA del centro didattico Aletheia

Dove e quando si svolgeranno gli incontri ?

Roma, via Alfonso Borelli 5, primo piano.

 

Date degli incontri

23 febbraio 2024
22 marzo 2024
19 aprile 2024
17 maggio 2024

Orario
* 10,00 - 11,15 sessione di psicodramma;
* 11,15 - 11,30 coffee break;
*  11,30 - 12,30 revisione e discussione della conduzione e della osservazione;
* 12,30 - 13,00 lettura di testi sullo psicodramma analitico.

 

 

Costo?

I seminari non sono gratuiti: è richiesto il desiderio di contribuire al lavoro.

Informazioni e Iscrizioni

Nicola Basile

• cell. 3296322722 (lasciare messaggio su whatsapp per essere richiamati)

• mail: nibasile@libero.it

Tracce per l’incontro del 20/01/2024

"Sparizione e ricomparsa"

“Un giorno feci un’osservazione che confermò la mia ipotesi. Il bambino aveva un rocchetto di legno intorno a cui era avvolto del filo. Non gli venne mai in mente di tirarselo dietro per terra, per esempio, e di giocarci come se fosse una carrozza; tenendo il filo a cui era attaccato, gettava invece con grande abilità il rocchetto oltre la cortina del suo lettino in modo da farlo sparire, pronunciando al tempo stesso il suo espressivo «o–o–o»; poi tirava nuovamente il rocchetto fuori dal letto, e salutava la sua ricomparsa con un allegro «da» [«qui»]. Questo era dunque il gioco completo – sparizione e riapparizione – del quale era dato assistere di norma solo al primo atto, ripetuto instancabilmente come gioco a sé stante, anche se il piacere maggiore era legato indubbiamente al secondo atto. L’interpretazione del gioco divenne dunque ovvia. Era in rapporto con il grande risultato di civiltà raggiunto dal bambino, e cioè con la rinuncia pulsionale (rinuncia al soddisfacimento pulsionale) che consisteva nel permettere senza proteste che la madre se ne andasse (…) “In ogni caso da queste discussioni emerge il fatto che per spiegare il giuoco non è necessario supporre l’esistenza di una particolare pulsione imitativa. Per concludere, possiamo ancora ricordare che la rappresentazione e l’imitazione artistica degli adulti, a differenza di quelle dei bambini, sono indirizzate alla persona dello spettatore e, pur non risparmiandogli le impressioni più dolorose — nella tragedia per esempio — possono tuttavia suscitare in lui un godimento elevatissimo.  Ciò è una prova convincente del fatto che anche sotto il dominio del principio di piacere esistono mezzi e vie a sufficienza per trasformare ciò che in sé è spiacevole in qualcosa che può essere ricordato e psichicamente elaborato.”[1]

In questo caso vedete che, ancora prima dell’introduzione del no, del rifiuto dell’altro, in cui il soggetto impara a costituire la negativizzazione del semplice appello, la manifestazione di una semplice coppia di simboli di fronte al fenomeno contrastato della presenza e dell’assenza, cioè l’introduzione del simbolo, capovolge le posizioni. L’assenza è evocata nella presenza e la presenza nell’assenza. Sembrano sciocchezze e banalità. Ma bisogna ancora dirle, e rifletterci sopra. Infatti, nella misura in cui il simbolo permette questa inversione, cioè, annulla la cosa esistente, apre il mondo della negatività, che costituisce contemporaneamente il discorso del soggetto umano e la realtà del suo mondo in quanto umano." [2]

[1]Freud S., Al di là del Principio del piacere Bollati Boringhieri – 1920
[2]Lacan J, Il seminario. Libro I. Gli scritti tecnici di Freud. 1953-1954, trad. it. A. di Ciaccia, Einaudi ed. 2014

 

"Alternanza di assenza e presenza"

di Nicola Basile

Seguendo il filo dell’elaborazione dell’assenza, prima materna e poi paterna, presente nell’osservazione di Sigmund Freud di un bambino, anche nel gruppo di psicodramma viene riproposta l’alternanza del principio di piacere con conseguente dispiacere che nel giuoco trova una possibile elaborazione. Le distanze misurabili in misure di tempo o spazio aggrediscono il ricordo di relazioni profonde, caratterizzate da assenza e indisponibilità all’incontro. La loro rievocazione in un piccolo gruppo, le rende pubbliche e le rimette a disposizione del piacere, fin lì considerato solo come dispiacere. Il piacere se ingabbiato solo dal carburante di pulsioni infantili, necessarie per i processi di attaccamento e separazioni dalle figure genitoriali, non riesce a esprimere le potenzialità che si trovano nella creatività del soggetto uomo, coniugato al femminile come al maschile. La vita adulta si confronta con l’in-esistenza del nucleo familiare originario: poiché ciò che è esistente in ciascuno di noi, è ancora dentro (in) il proprio nucleo familiare originario; al tempo stesso ciascuno sente l’esistenza del piacere vissuto da figli come una dolora assenza. La emersione-riemersione di quel piacere deve confrontarsi con il mondo delle emozioni pulsionali che esso porta in corredo; quindi, se ciascuno è immerso in quell’universo di passioni e affetti (in) per poterlo elaborare deve uscire (exire) per poter essere diverso, separato e riconoscerlo.
L’uscire comporta una frustrazione del desiderio che tutto rimanga immutabile: legami desideranti con il padre come con la madre del figlio o della figlia che devono così controllare le assenze materne e paterne. In altre parole, per poter vedere la curvatura della terra, devo uscire dalla toposfera di almeno tre km, raggiungendo l’altezza di almeno 20 Km nella stratosfera, da dove la potrò osservare mentre tutti gli altri si prendono il godimento di calpestarla.

"Nascita"

Non esiste bambino o bambina che sia cresciuta che non abbia dovuto affrontare questo primo immenso dramma. Il primo incontro con la vita è uscire da un tunnel e una volta fuori affrontare il bruciore dell’ossigeno che attraverso la trachea riempie i bronchi.[3] Con l’assenza dell’appagamento si è potuta strutturare l’originaria dipendenza dalle cure materne. Alla morsa della fame sarà seguito l’appagamento e con esso l’instaurarsi di un ritmo tra pieno e vuoto, tra angoscia e soddisfacimento. In qualche misura sulla base della esperienza originaria nel sopportare la distanza tra un pasto e l’altro, si sarà andata strutturando proprio la possibilità di realizzare i progetti che richiedono impegno, fatica, assenza momentanea del piacere per ottenerne uno che si presenta da costruire e lontano ogni volta che lo si è raggiunto. Quella esperienza richiede che l’altro esista, che l’altro comunichi al bambino la sua esistenza attraverso le parole, che l’altro sia assente per poi essere presente. Se non c’è la madre che nutre il corpo del bambino, il bambino muore, se il bambino non viene alimentato attraverso la parola, muore il suo pensiero.” Ci si trova comunque ad uscire da un luogo simbolico per poter scoprire quanto interessa al soggetto, bambina/o, adolescente, adulto, che non è possibile reperire restando rinchiusi.

[3] Nicola Basile - Intervento alla “Città Educativa” – 28/04/05 - Roma

"Exire e il Primo passo"

 

“L’ignoto per statuto è in-conoscibile mentre noi conosciamo per mezzo di progressivi riconoscimenti che albergano in luoghi della nostra mente, non sempre raggiungibili. È utile qui pensare all’etimo della parola uscire: “Exire con sovrapposizione di uscio che deriva da ostium, entrata, bocca. “Il peggio passo è quello dell’uscio fig. il momento più doloroso è quello del distacco. Andare o venire da un luogo chiuso, dirigersi verso il mare aperto, uscire di scena, saltar fuori detto di cosa o persona che appare fisicamente o comunque manifesta la propria presenza in modo inaspettato, brusco, rapido stupefacente” Il primo passo è quello che abbiamo un giorno dovuto fare per separarci dalla stretta della mano che ci sosteneva. Forse siamo caduti, forse qualcuno ci ha sorretti. Se siamo caduti qualcuno ci ha aiutato a non farci del male, così da permetterci di rialzarci e riprovare di nuovo. “Perché la libertà presenti delle attrattive a un bambino, deve essere misurata e al tempo stesso promettere e portare delle sorprese che, mentre pongono un eventuale problema di adattamento, gli permettono di ritrovare se stesso, nel pieno possesso dei suoi mezzi, ricco di un'esperienza passata che gli ha dato un pia­cere e un apprendimento che lo aiutino. Anziché regredire in maniera fobica, egli acquista così una maggiore fiducia in sé e negli altri”[4]

[4]idem

"Il gioco del rocchetto"

 

Nel famoso gioco del rocchetto Freud osserva un processo di simbolizzazione del lutto che un bambino deve operare per sopportare l’assenza del corpo materno e manifestare la sua gelosia nel poterla possedere, considerato che il padre in quella fase era assente per un periodo non di certo breve. La lontananza della mamma era il fort, dare via, il riprendere il rocchetto da, riprendere, era poter controllare l’assenza. Ecco che comincia a strutturarsi un linguaggio del desiderio, come leggiamo in Lacan, nel soggetto che lo trasforma in un dire simbolico attraverso il gioco (drammatico) e la provocazione (dare voce a favore di e per qualcosa). Al bambino, come all’adolescente e all’adulto non potrà esser dato di godere di tutto, l’arte, l’interesse, lo sviluppo della capacità di attendere, permetteranno lo sviluppo del mondo simbolico, che si fa passione al posto della pulsione, si fa scelta al posto del godimento onnipotente di tutto ciò che è effimero.

 

"Padre e madre inizio e fine del filo"

Se le affermazioni fin qui hanno cercato di definire un campo immaginario del mondo pulsionale del figlio/figlia, all’altro capo di quella relazione c’è la madre, tanto quanto il padre. Il padre fin dalle prime relazioni oggettuali fa da testimone all’arrivo del terzo, della sua genesi e nascita e infine morte come parte del corpo materno; la madre deve mentalizzare che con il parto, non sarà più completata dal meraviglioso processo che l’ha portata a concepire una vita altra da lei, il nascituro non sa che per vivere deve fare affidamento anche al desiderio di vita di un uomo e una donna che lui trasformerà in padre e madre. Ognuno di questi passi[5], lascerà degli scarti nel femminile come nel maschile poiché per ospitare il terzo, l’uscio va simbolicamente lasciato aperto, rinunciando al solo fantasticare, anche quando si sceglierà di non essere padri e madri.

[5]Il peggio passo è quello dell’uscio

"Qualcosa sulla coppa pubblica e privata."

 

“Durand ritiene che dai tre riflessi dominanti sia possibile risalire alle strutture dell’immaginario, ossia ad aggregazioni di simboli isomorfi che convergono intorno a nuclei organizzatori, costituiti dalle matrici senso-motorie. La dominante posturale dà vita alla struttura schizomorfa, che comprende tanto le materie luminose (l’alba, i raggi del sole, le scaglie dorate), quanto i rituali di purificazione e le tecniche di separazione, di cui le armi, le frecce, le spade sono i simboli più frequenti. Il secondo riflesso, legato alla nutrizione e alla discesa digestiva, genera la struttura mistica, alla quale è possibile riferire il grembo, la caverna, la coppa e l’urna. I riflessi ritmici, invece, si proiettano nella ciclicità delle stagioni, incarnandosi in simboli (l’arcolaio, la zangola, l’acciarino) che possono essere inglobati in una struttura ritmica”[6]

[6]https://www.sitosophia.org/2020/12/gilbert-durand-e-le-strutture-antropologiche-dellimmaginario/

"Il setting e la funzione di riciclo degli scarti."

Se la coppa rimanda immediatamente al sincero contenuto che risolve la sete, la stessa è possibile trovarla come contenitore di ciò che è privato allo sguardo di tutti, un privato raccoglitore di rifiuti che protegge dallo sguardo altrui, un water. In entrambi i casi, la forma della coppa, si fa nell’immaginario la più attraente possibile, così da indurre Duchamp a realizzare diverse copie di un oggetto, il cui uso in origine era destinato alle toilette maschili. La coppa, dunque, può essere il seno benigno e nutriente come l’altrettanto benevolo e indispensabile contenitore di resti, fino a divenire opera dell’ingegno artistico. In tutti i casi abbiamo necessità di coppe come seni che nutrano e come contenitori di ciò che disperso nell’ambiente, geografico come in quello della psiche, inquinerebbe. Coppa e setting psicoanalitico individuale e in gruppo di Psicodramma sono metafore l’uno dell’altro. In gruppo è più evidente il compiersi di un processo di riutilizzo di sentimenti invidiosi infantili che possono essere posti in vita poiché contenuti dall’ascolto benevolo del gruppo: sull’asse dell’orizzontalità dai fratelli e sorelle immaginari, incarnati dai partecipanti; sull’asse della verticalità dal padre e madre, incarnati dalla coppia degli psicoanalisti. Affinché il setting in gruppo Psicodramma Analitico, svolga la sua funzione di valorizzatore dei resti di ciascuno, è necessaria la presenza[7], il limite dello spazio-tempo che rendono possibile il lavoro di trasformazione delle pulsioni.

[7]La presenza è anche data dal poter comunicare in setting a distanza, come è stato sperimentato durante il lockdown, purché lo spazio di lavoro sia privato da interferenze della vita quotidiana.

 

 

Bibliografia

Basile N. - Intervento alla “Città Educativa” – Roma – 2005
Durand G., https://www.sitosophia.org/2020/12/gilbert-durand-e-le-strutture-antropologiche-dellimmaginario/
Durand G., Le strutture antropologiche dell’immaginario – ed. Dedalo – 1973
Freud S., Al di là del Principio del piacere Bollati Boringhieri – 1920
Lacan J, Il seminario. Libro I. Gli scritti tecnici di Freud. 1953-1954, trad. it. A. di Ciaccia, Einaudi ed. 2014

Come accedere al percorso formativo delle SIPsA?

La SIPsA è organizzata in Centri Didattici.

Il Centro Didattico Aletheia di Roma per l’anno 2023-2024 si è proposto di attivare il Laboratorio di psicodramma analitico di Primo Livello, mensile, un sabato al mese, per favorire la fruibilità.
Coloro i quali, al termine di questo primo laboratorio, mostreranno interesse a proseguire, potranno portare avanti l’esperienza analitica in gruppo anche l’anno successivo. Coloro i quali hanno la qualifica professionale, potranno inoltre sperimentarsi nella posizione di animatore e di osservatore per mezzo della supervisione dei formatori SIPsA.

A chi è rivolto l’incontro mensile del laboratorio di I livello?

È aperto.

Quale è il suo obiettivo?

Ogni domanda cerca una soluzione la cui risposta richiede l’altro. Ciò implica la capacità di attingere alle proprie competenze umane che mutano nel corso del tempo. Poiché non tutte le domande trovano una definizione, né tutte le risposte sono esaurienti, si originano strati di interrogativi che vengono riposti e dimenticati, richiedendo un gravoso dispendio di energie emotive e cognitive solo per conservarle. Avere un luogo e un tempo per poter rappresentare i propri “incompresi” e a volte “incomprensibili” bisogni, personali o professionali rende meno energivoro il lavoro della psiche. Nel gruppo di Psicodramma analitico gli interrogativi sulla realtà del vivere e il vissuto del sogno vengono rivolti alla coppia di analisti, trovando un interlocutore in loro come nei partecipanti. Il gioco psicodrammatico conduce allo svelamento di ciò che nel tempo è stato accantonato e dimenticato, rendendolo materiale riutilizzabile. L’esperienza che si ripete, come la domanda che non ha soluzione perdono la qualità di ostacolo. Infine, grazie alla dimensione corale del setting, ciascuno individua nel tempo originali percorsi di ricerca personali e professionali, potendo utilizzare le risorse celate nell’inconscio.

Chi animerà gli incontri?

Nicola Basile, psicoanalista, didatta SIPsA, lavora a Roma, nello studio “Nuovi Percorsi” in via A. Borelli di Roma di cui è fondatore. Cura dal 2005 il sito https://www.nuovipercorsi.it/.

Alessandra Corridore, Psicoterapeuta, Psicologa Analista con funzione di docenza C.I.P.A.  (Centro Italiano   di   Psicologia   Analitica),   socio I.A.A.P.   (International   Association   for   Analytical   Psychology), associato   SIPsA .   

Dove e quando si svolgerà il prossimo incontro ?

A Roma in via Nomentana 333 C, con il seguente orario:

  • 9,00 -  apertura 
  • 9,15 - 10,30   -  prima seduta
  • 10,30 - 10,45   -  break caffè
  • 10,50 - 12,05  -   seconda seduta
  • 12,10 - 13,10  -   pausa pranzo
  • 13,15 - 14,40  -   terza seduta
  • 14,45 - 16,00  -   quarta seduta

 

Date dei successivi incontri:
20 gennaio 2024
24 febbraio 2024
16 marzo 2024
6 aprile 2024
11 maggio 2024

 

Costo?

Dal 21 ottobre il costo è di € 100 mensili.

Informazioni e Iscrizioni

Nicola Basile

• cell. 3296322722 (lasciare messaggio su whatsapp per essere richiamati)

• mail: nibasile@libero.it

Riflessioni per l’incontro di psicodramma analitico del 02/12/2023

Appunti dal passato prossimo al futuro semplice dell'esperienza in gruppo di Psicodramma

di Nicola Basile

"Specchio del soggetto è un’immagine altra"

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“Il primo elemento. L'immagine allo specchio del soggetto è un’immagine altra rispetto al soggetto, un’immagine che svolge un’azione costituente su di esso, che gli offre dunque un’immagine di sé che altrimenti non avrebbe, gli offre una stoffa, un abito, una forma. Detto altrimenti, il soggetto arriva a esistere, ad avere una propria forma d'esistenza, solo attraverso l’immagine allo specchio.”(1)

Si scorge la forma del futuro della bambina rintracciando il rimosso della donna. La donna intravvede se stessa bambina e la bambina scorge colei che dà vita, colei che nutre. La donna offre una forma al futuro della bambina, il passato “ritorna come estraneità, estraneità che porta con sé ‘l’intimità (di ciò) che è stato” (2), rimosso nella donna. Venere, Cerere e Maia osservano indossando l’epiteto “alma” (3)(4).

“(…) questa “immagine altra” sarà sempre altra, cioè il soggetto non potrà mai coincidere con essa, sia perché appunto è strutturalmente altra, sia perché è in costante anticipo rispetto al soggetto stesso. In sostanza l’immagine allo specchio, immagine altra, offre sì al soggetto una forma, ma una forma con la quale non potrà mai coincidere e rispetto alla quale sarà sempre in difetto.” (5)

"Pelle come confine"

Anche per il maschile la forma o abito è lo strumento per presentarsi all’altro, altro che si identifica in lui e nella sua pelle. “Si può quindi affermare che la scissione primaria e l’idealizzazione del Sé e dell’oggetto si basano su questo processo precoce di contenimento del Sé e dell’oggetto, ognuno entro la rispettiva “pelle” (6). “(…) “o, per usare ancora le parole di Winnicott “la pelle diventa il confine tra il me ed il non-me”. (7)

“Qualcosa di familiare, di intimo, il “più proprio”, viene rimosso, dunque ritorna. Ma ritorna in che forma? Ritorna come estraneità, estraneità che porta con sé ‘l’intimità che è stato’. Inoltre, questa forma particolare di ritorno del rimosso ha per Freud una predilezione per il campo visivo, è questo il luogo privilegiato di questo modo in cui il rimosso ritorna. Privilegiato, è bene ricordarlo, non significa esclusivo.” (8) Si potrebbe dire, solo temporaneamente: chi percepisce è espulso dal percepito, in quanto il percepito è sempre dell’altro.

"Perturbante incontro con la mancanza"

Senza pretendere di aver trovato una conclusione “(…) possiamo dire che per Freud quando nel campo dell’Altro – in particolare in quell’Altro supportato dal campo visivo – si incontra la mancanza si ha perturbante, cioè incontro con la mancanza che si incarna in quanto soggetti, detto altrimenti con la propria condizione di mancanza in cui si è nient’altro che effetto dell’Altro”.(10)

Nel setting dello Psicodramma analitico “non ha alcuna importanza ‘che cosa appaia, ciò che conta è il posto in cui essa appare”, (11) poiché il luogo rende straniero il narratore a se stesso affinché, divenuto giocatore o doppio dell’altro, scorga la mancanza in ciò che viene rappresentato e espresso dalla parola-corpo degli altri partecipanti.

Bibliografia

 

E.T.A. Hoffmann, L’uomo della sabbia, in Racconti notturni, Torino, Einaudi, 2005

(1) Pagliardini Alex - L'oggetto sguardo nell’insegnamento di lacan- Lebenswelt, 5 (2014) https://riviste.unimi.it/index.php/Lebenswelt/issue/view/608 - p.65

(2) Idem p. 67
(3) vocabolario Treccani: “agg. [dal lat. almus «che ristora», dal tema di alĕre «nutrire»], letter. – Che alimenta, che dà e mantiene la vita.
(4) Wikipedia: “fu epiteto di varie divinità romane (come Venere, Cerere e Maia) e che aveva in origine il significato di "che nutre", "che dà vita", acquisendo poi anche il senso di "che fa del bene", "gentile”.
(5) Pagliardini Alex – p. 65
(6) Paluzzi Claudio - Disturbi di apprendimento e transfert sul corpo - Richard e Piggle 31, 1, 2023
(7) Anzieu D (1987). L’Io-pelle. Trad. it., Roma: Borla. In “Disturbi di apprendimento e transfert sul corpo - Richard e Piggle 31, 1, 2023”
(8) Pagliardini Alex – p. 67
(9) sportello di Dürer
(10) Idem – p. 71
(11) Ibidem – p. 71

Come accedere al percorso formativo delle SIPsA?

La SIPsA è organizzata in Centri Didattici.

Il Centro Didattico Aletheia di Roma per l’anno 2023-2024 si è proposto di attivare il Laboratorio di psicodramma analitico di Primo Livello, mensile, un sabato al mese, per favorire la fruibilità.
Coloro i quali, al termine di questo primo laboratorio, mostreranno interesse a proseguire, potranno portare avanti l’esperienza analitica in gruppo anche l’anno successivo. Coloro i quali hanno la qualifica professionale, potranno inoltre sperimentarsi nella posizione di animatore e di osservatore per mezzo della supervisione dei formatori SIPsA.

A chi è rivolto l’incontro mensile del laboratorio di I livello?

È aperto.

Quale è il suo obiettivo?

Ogni domanda cerca una soluzione la cui risposta richiede l’altro. Ciò implica la capacità di attingere alle proprie competenze umane che mutano nel corso del tempo. Poiché non tutte le domande trovano una definizione, né tutte le risposte sono esaurienti, si originano strati di interrogativi che vengono riposti e dimenticati, richiedendo un gravoso dispendio di energie emotive e cognitive solo per conservarle. Avere un luogo e un tempo per poter rappresentare i propri “incompresi” e a volte “incomprensibili” bisogni, personali o professionali rende meno energivoro il lavoro della psiche. Nel gruppo di Psicodramma analitico gli interrogativi sulla realtà del vivere e il vissuto del sogno vengono rivolti alla coppia di analisti, trovando un interlocutore in loro come nei partecipanti. Il gioco psicodrammatico conduce allo svelamento di ciò che nel tempo è stato accantonato e dimenticato, rendendolo materiale riutilizzabile. L’esperienza che si ripete, come la domanda che non ha soluzione perdono la qualità di ostacolo. Infine, grazie alla dimensione corale del setting, ciascuno individua nel tempo originali percorsi di ricerca personali e professionali, potendo utilizzare le risorse celate nell’inconscio.

Chi animerà gli incontri?

Nicola Basile, psicoanalista, didatta SIPsA, lavora a Roma, nello studio “Nuovi Percorsi” in via A. Borelli di Roma di cui è fondatore. Cura dal 2005 il sito https://www.nuovipercorsi.it/.

Alessandra Corridore, Psicoterapeuta, Psicologa Analista con funzione di docenza C.I.P.A.  (Centro Italiano   di   Psicologia   Analitica),   socio I.A.A.P.   (International   Association   for   Analytical   Psychology), associato   SIPsA .   

Dove e quando si svolgerà il prossimo incontro ?

Il 02/12/23 a Roma in via Nomentana 333 C, con il seguente orario:

  • 9,00 -  apertura 
  • 9,15 - 10,30   -  prima seduta
  • 10,30 - 10,45   -  break caffè
  • 10,50 - 12,05  -   seconda seduta
  • 12,10 - 13,10  -   pausa pranzo
  • 13,15 - 14,40  -   terza seduta
  • 14,45 - 16,00  -   quarta seduta

 

Le date dei successivi incontri si concorderanno il
2 dicembre 2023 .

 

Costo?

Dal 21 ottobre il costo sarà di € 100 mensili.

Informazioni e Iscrizioni

Nicola Basile

• cell. 3296322722 (lasciare messaggio su whatsapp per essere richiamati)

• mail: nibasile@libero.it

Riflessioni per l’incontro di psicodramma analitico del 11/11/2023

di Alessandra Corridore

Primo giorno di scuola, siamo sulla soglia tra il conosciuto e lo sconosciuto. Distacco del figlio dalla madre e della madre dal figlio, fantasma dell’assenza, dell’abbandono, ricerca dello sguardo e di un bacio…

Sarà il bacio della signora Darling? Il bacio che tanto aspettavano i tre fratellini Darling, e forse anche Peter Pan, dalla loro mamma e che mai arrivò? Scrive  J. Matthew Barrie: “…la sua bocca dolce e ironica aveva sempre un bacio che Wendy non poteva mai ottenere e che, tuttavia, stava sempre là, perfettamente visibile, sull’angolo destro” (Barrie, 1904, p. 70).

Oppure sarà il bacio che la Strega buona del Nord, di cui parlava L. Frank Baum nel suo romanzo “Il meraviglioso mago di Oz”, da a Dorothy: “ti darò il mio bacio, e nessuno oserà fare del male a una persona che ha ricevuto il bacio della Strega del Nord” (Baum, 1900, p. 19). Neanche le scimmie volanti della Strega dell’Ovest osano farle del male: “Non osiamo nuocere a questa bambina … perché è protetta dal Potere del Bene, che è più grande del Potere del Male” (ibidem, p. 100).

“Allo specchio non mi riconoscevo”

Nella fase dello specchio il bambino gioca davanti allo specchio con le immagini che si riflettono su di esso. Successivamente riconoscerà negli oggetti visti nello specchio delle immagini, tra le quali anche la sua. Rimane a contemplarla affascinato, lo rassicura poiché gli permette di percepirsi come un’unità corporea “e gli dà un fondamento visibile della nozione del proprio Io” (anzieu, 1976, p. 164).

È un processo strettamente legato alla richiesta del bambino dello sguardo altrui, del riflesso dell’altro in se stesso, del riconoscimento da parte della madre o di chi la sostituisce “che dà al riconoscimento della propria immagine più o meno unificata e autonoma da parte del bambino, un carattere di anticipazione rispetto alla sua realtà esistenziale e che imprime per sempre in lui questa necessità di dipendere dall’altro, dal modo (presunto) in cui l’altro lo vede, lo accetta, lo desidera” (croce, 1990, p. 81). Continua Elena Croce affermando che lo sguardo della madre risponde alla richiesta del bambino di essere riconosciuto. Conferma che l’immagine riflessa nello specchio è proprio lui, e crea l’interesse a riconoscersi.

"Specchi che rimandano la mia immagine"

Primo giorno di scuola, moltitudine di bambini, tanti specchi che rimandano la mia immagine. Come per il bambino, Dider Anzieu scrive che, anche la situazione gruppale può essere vissuta come una minaccia per l’unità personale, una messa in questione dell’Io. In una tale situazione ‘plurale’ il rischio è quello di “non esistere più per me stesso, di perdere ogni senso, lacerato tra tante diverse domande; il mio Io si sparpaglia, la mia bella unità immaginaria si frammenta, lo specchio è rotto in più pezzi che rinviano immagini (di sé) sfigurate e differenti. (...) Il gruppo riconduce l’individuo indietro, molto lontano, là dove non era ancora costituito come soggetto, là dove si sente disgregato” (Anzieu, 1976, p. 166).  Ma forse può essere anche il luogo del riconoscimento delle proprie caratteristiche individuali, che solo simbolicamente in ognuno di noi può avvenire, come in un concorso di costruzione di oggetti col pongo, in cui ogni bambino viene premiato per la specificità della sua statuina!

E probabilmente è proprio nel giocare come i bambini, nel dare forma per poi toglierla e crearne un’altra, nel modellare creativamente la sostanza psichica, si può dare vita all’opera, alla scultura che è nascosta già dentro la roccia.

Bibliografia

 

Anzieu D., 1976,  Il gruppo e l’inconscio, Borla, Roma.

Barrie J.M., 1904, Peter Pan, Rusconi Libri, Rimini, 2013.

Baum L.F., 1900, Il meravoglioso mago di Oz, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 2001.

Corridore A., Lo psicodramma come teatro di immagini in Quaderni di cultura junghiana, CIPA, n. 2, 2013, pp. 82-91(https://www.psicologia-analitica-junghiana.it/lo-psicodramma-come-teatro-di-immagini/).

Croce E., 1990 , Il volo della farfalla, Borla, Roma.

Come accedere al percorso formativo delle SIPsA?

La SIPsA è organizzata in Centri Didattici.

Il Centro Didattico Aletheia di Roma per l’anno 2023-2024 si è proposto di attivare il Laboratorio di psicodramma analitico di Primo Livello, mensile, un sabato al mese, per favorire la fruibilità.
Coloro i quali, al termine di questo primo laboratorio, mostreranno interesse a proseguire, potranno portare avanti l’esperienza analitica in gruppo anche l’anno successivo. Coloro i quali hanno la qualifica professionale, potranno inoltre sperimentarsi nella posizione di animatore e di osservatore per mezzo della supervisione dei formatori SIPsA.

A chi è rivolto l’incontro mensile del laboratorio di I livello?

È aperto.

Quale è il suo obiettivo?

Ogni domanda cerca una soluzione la cui risposta richiede l’altro. Ciò implica la capacità di attingere alle proprie competenze umane che mutano nel corso del tempo. Poiché non tutte le domande trovano una definizione, né tutte le risposte sono esaurienti, si originano strati di interrogativi che vengono riposti e dimenticati, richiedendo un gravoso dispendio di energie emotive e cognitive solo per conservarle. Avere un luogo e un tempo per poter rappresentare i propri “incompresi” e a volte “incomprensibili” bisogni, personali o professionali rende meno energivoro il lavoro della psiche. Nel gruppo di Psicodramma analitico gli interrogativi sulla realtà del vivere e il vissuto del sogno vengono rivolti alla coppia di analisti, trovando un interlocutore in loro come nei partecipanti. Il gioco psicodrammatico conduce allo svelamento di ciò che nel tempo è stato accantonato e dimenticato, rendendolo materiale riutilizzabile. L’esperienza che si ripete, come la domanda che non ha soluzione perdono la qualità di ostacolo. Infine, grazie alla dimensione corale del setting, ciascuno individua nel tempo originali percorsi di ricerca personali e professionali, potendo utilizzare le risorse celate nell’inconscio.

Chi animerà gli incontri?

Nicola Basile, psicoanalista, didatta SIPsA, lavora a Roma, nello studio “Nuovi Percorsi” in via A. Borelli di Roma di cui è fondatore. Cura dal 2005 il sito https://www.nuovipercorsi.it/.

Alessandra Corridore, Psicoterapeuta, Psicologa Analista con funzione di docenza C.I.P.A.  (Centro Italiano   di   Psicologia   Analitica),   socio I.A.A.P.   (International   Association   for   Analytical   Psychology), associato   SIPsA .   

Dove e quando si svolgerà il primo incontro e i successivi?

Il 11/11/23 a Roma in via Nomentana 333 C, con il seguente orario:

  • 9,00 -  apertura 
  • 9,15 - 10,30   -  prima seduta
  • 10,30 - 10,45   -  break caffè
  • 10,50 - 12,05  -   seconda seduta
  • 12,10 - 13,10  -   pausa pranzo
  • 13,15 - 14,40  -   terza seduta
  • 14,45 - 16,00  -   quarta seduta

 

A seguire i successivi incontri si svolgeranno nelle date del
2 dicembre 2023 con medesimo orario.

 

Costo?

Dal 21 ottobre il costo sarà di € 100 mensili.

Informazioni e Iscrizioni

Nicola Basile

• cell. 3296322722 (lasciare messaggio su whatsapp per essere richiamati)

• mail: nibasile@libero.it

Riflessioni per l’incontro di psicodramma analitico del 21/10/2023

“Mi facevo innanzitutto narrare ciò che era noto alla paziente …”, così Freud nei confronti della signorina Elizabeth. “Ella” (1) parla, racconta e piano piano il testo si esprime e si sviluppa quasi naturalmente, in conseguenza di lontani contenuti rimossi sepolti nell'inconscio e adesso finalmente accessibili. La metafora dell’archeologo, quindi, era poi a disposizione per colmare le lacune, tessere nuove trame a partire dagli elementi ritrovati. Qualche cosa cambia nel soggetto: la sua storia più completa, la sua biografia emotiva è più lucida. Ma non è l'unica storia possibile nel corso della vita e dell'analisi le storie mutano, la vita cambia. Cambia perché racconti vengono narrati con insight sempre maggiori, dando rilievo a particolari prima trascurati. Fare analisi significa anche trasformare una propria storia, prima vissuta come unica- irripetibile- vera, in un'altra più viva che apre il cambiamento. E allora il racconto dell’analizzante è una delle versioni possibili della sua vita così il valore terapeutico della narrazione si fonda su una nuova definizione della realtà che facilita una più adeguata comprensione della vita e che favorisce un più articolato progetto futuro. (2)

Il gioco equivale alla rappresentazione della scena che si costruisce in seduta e che vede coinvolti sia il narratore che porta un discorso e sceglie i suoi personaggi, sia i terapeuti in funzione di animatore e di osservatore. Il valore di costruire una scena psicodrammatica è nell'esperienza che si fa di essere sempre giocati perché il gioco, per sua struttura e da qualsiasi situazione lo si prenda, è un'esperienza che non riusciamo mai a padroneggiare completamente. Allora si rendono necessari, per tutti gli attori coinvolti, gli sforzi per stare al gioco, in una situazione dove i giochi non sono mai veramente fatti. (3)

1 - a cura di Nicola Basile

2 Lemoine Gennie – L’efficacia della rappresentazione - Area Analisi – Rivista Italiana di Psicodramma
Analitico – Anno III – n. 4 -1988 – Ed. Dell’Orso

3 Picinotti Stefania - Convegno Nazionale SiPsA - Il Gioco che cura?! Gesto e Narrazione nello Psicodramma Analitico – 8 ottobre 2023 – testo trascritto da Nicola Basile

Come accedere al percorso formativo delle SIPsA?

La SIPsA è organizzata in Centri Didattici.

Il Centro Didattico Aletheia di Roma per l’anno 2023-2024 si è proposto di attivare il Laboratorio di psicodramma analitico di Primo Livello, mensile, un sabato al mese, per favorire la fruibilità.
Coloro i quali, al termine di questo primo laboratorio, mostreranno interesse a proseguire, potranno portare avanti l’esperienza analitica in gruppo anche l’anno successivo. Coloro i quali hanno la qualifica professionale, potranno inoltre sperimentarsi nella posizione di animatore e di osservatore per mezzo della supervisione dei formatori SIPsA.

A chi è rivolto l’incontro mensile del laboratorio di I livello?

È aperto.

Quale è il suo obiettivo?

Ogni domanda cerca una soluzione la cui risposta richiede l’altro. Ciò implica la capacità di attingere alle proprie competenze umane che mutano nel corso del tempo. Poiché non tutte le domande trovano una definizione, né tutte le risposte sono esaurienti, si originano strati di interrogativi che vengono riposti e dimenticati, richiedendo un gravoso dispendio di energie emotive e cognitive solo per conservarle. Avere un luogo e un tempo per poter rappresentare i propri “incompresi” e a volte “incomprensibili” bisogni, personali o professionali rende meno energivoro il lavoro della psiche. Nel gruppo di Psicodramma analitico gli interrogativi sulla realtà del vivere e il vissuto del sogno vengono rivolti alla coppia di analisti, trovando un interlocutore in loro come nei partecipanti. Il gioco psicodrammatico conduce allo svelamento di ciò che nel tempo è stato accantonato e dimenticato, rendendolo materiale riutilizzabile. L’esperienza che si ripete, come la domanda che non ha soluzione perdono la qualità di ostacolo. Infine, grazie alla dimensione corale del setting, ciascuno individua nel tempo originali percorsi di ricerca personali e professionali, potendo utilizzare le risorse celate nell’inconscio.

Chi animerà gli incontri?

Nicola Basile, psicoanalista, didatta SIPsA, lavora a Roma, nello studio “Nuovi Percorsi” in via A. Borelli di Roma di cui è fondatore. Cura dal 2005 il sito https://www.nuovipercorsi.it/.

Alessandra Corridore, Psicoterapeuta, Psicologa Analista con funzione di docenza C.I.P.A.  (Centro Italiano   di   Psicologia   Analitica),   socio I.A.A.P.   (International   Association   for   Analytical   Psychology), associato   SIPsA .   

Dove e quando si svolgerà il primo incontro e i successivi?

Il 21/09/23 a Roma in via Nomentana 333 C, con il seguente orario:

  • 9,00 -  apertura 
  • 9,15 - 10,30   -  prima seduta
  • 10,30 - 10,45   -  break caffè
  • 10,50 - 12,05  -   seconda seduta
  • 12,10 - 13,10  -   pausa pranzo
  • 13,15 - 14,40  -   terza seduta
  • 14,45 - 16,00  -   quarta seduta

 

A seguire i successivi incontri si svolgeranno nelle date del
11 novembre 2023 e 9 dicembre 2023 con medesimo orario.

La data del 9/12 potrebbe essere anticipata al 2/12/23

Costo?

Dal 21 ottobre il costo sarà di € 100 mensili.

Informazioni e Iscrizioni

Nicola Basile

• cell. 3296322722 (lasciare messaggio su whatsapp per essere richiamati)

• mail: nibasile@libero.it

Contributo all’incontro di psicodramma analitico del 21/10/2023

Scrive Elena Croce:

“Ora è evidente che tra dimensione istituzionale familiare e dimensione del desiderio, inevitabilmente o quasi, c'è conflitto a cominciare dai problemi relativi al posto che la coppia dei genitori offre al bambino e alla funzione che gli è in grado di assumersi, fatto che può risolversi come iscrizione in una catena significante”(…)“Il bambino, come del resto l'adulto, entrano nello psicodramma quando il “gruppo” è già in funzione e vengono quindi a trovarsi in un luogo in cui il legame sociale risulta già abbozzato senza aver potuto prendere parte attiva a questo “abbozzo” Noi ci proponiamo di incontrare questo “abbozzo”, poterlo conoscere, riconoscendolo come frutto dell’Altro, utilizzando gli strumenti dello Psicodramma Analitico “che tendono a opporsi a questo rifugiarsi immaginario in un gruppo unitario e omogeneo come un corpo materno”. (E. B. Croce – 2016)

La SIPsA ha cura di questo processo affinché il dispositivo dello Psicodramma Analitico ci apra gli occhi sull’illusione della funzione psicoterapeutica senza faglie e di una cura che possa definirsi universale. Come ci dice Elena Croce, il setting gruppale dello Psicodramma, riedizione del gruppo famiglia, ci costringerà ad esporre i nostri punti ciechi e ad accettare di essere ancora una volta e per sempre  imperfetti. Proprio questo manterrà vivo il nostro desiderio, la nostra curiosità di esplorare.

Come accedere al percorso formativo delle SIPsA?

La SIPsA è organizzata in Centri Didattici.

Il Centro Didattico Aletheia di Roma per l’anno 2023-2024 si è proposto di attivare il Laboratorio di psicodramma analitico di Primo Livello.
Coloro i quali, al termine di questo primo laboratorio, mostreranno interesse a proseguire, potranno portare avanti l’esperienza analitica in gruppo anche l’anno successivo. Coloro i quali hanno la qualifica professionale, potranno inoltre sperimentarsi nella posizione di animatore e di osservatore per mezzo della supervisione dei formatori SIPsA.

A chi è rivolto l’incontro mensile del laboratorio di I livello?

È aperto.

Quale è il suo obiettivo?

Ogni domanda cerca una soluzione la cui risposta richiede l’altro. Ciò implica la capacità di attingere alle proprie competenze umane che mutano nel corso del tempo. Poiché non tutte le domande trovano una definizione, né tutte le risposte sono esaurienti, si originano strati di interrogativi che vengono riposti e dimenticati, richiedendo un gravoso dispendio di energie emotive e cognitive solo per conservarle. Avere un luogo e un tempo per poter rappresentare i propri “incompresi” e a volte “incomprensibili” bisogni, personali o professionali rende meno energivoro il lavoro della psiche. Nel gruppo di Psicodramma analitico gli interrogativi sulla realtà del vivere e il vissuto del sogno vengono rivolti alla coppia di analisti, trovando un interlocutore in loro come nei partecipanti. Il gioco psicodrammatico conduce allo svelamento di ciò che nel tempo è stato accantonato e dimenticato, rendendolo materiale riutilizzabile. L’esperienza che si ripete, come la domanda che non ha soluzione perdono la qualità di ostacolo. Infine, grazie alla dimensione corale del setting, ciascuno individua nel tempo originali percorsi di ricerca personali e professionali, potendo utilizzare le risorse celate nell’inconscio.

Chi animerà gli incontri?

Nicola Basile, psicoanalista, didatta SIPsA, lavora a Roma, nello studio “Nuovi Percorsi” in via A. Borelli di Roma di cui è fondatore. Cura dal 2005 il sito https://www.nuovipercorsi.it/.

Alessandra Corridore, Psicoterapeuta, Psicologa Analista con funzione di docenza C.I.P.A.  (Centro Italiano   di   Psicologia   Analitica),   socio I.A.A.P.   (International   Association   for   Analytical   Psychology), associato   SIPsA .   

Dove e quando si svolgerà il primo incontro e i successivi?

Il 21/09/23 a Roma in via Nomentana 333 C, con il seguente orario:

  • 9,00 -  apertura 
  • 9,15 - 10,30   -  prima seduta
  • 10,30 - 10,45   -  break caffè
  • 10,50 - 12,05  -   seconda seduta
  • 12,10 - 13,10  -   pausa pranzo
  • 13,15 - 14,40  -   terza seduta
  • 14,45 - 16,00  -   quarta seduta

 

A seguire i successivi incontri si svolgeranno nelle date del
11 novembre 2023 e 9 dicembre 2023 con medesimo orario.

 

Costo?

Dal 21 ottobre il costo sarà di € 100 mensili.

Informazioni e Iscrizioni

Nicola Basile

• cell. 3296322722 (lasciare messaggio su whatsapp per essere richiamati)

• mail: nibasile@libero.it

Contributo per l’incontro di psicodramma analitico del 9/09/23

“Scorgere l’orizzonte attraverso il buco della dimenticanza”

di Nicola Basile
(didatta della Società Italiana di Psicodramma Analitico)

“Quando ti sforzi di dimenticare qualcosa ottieni l'effetto opposto.
Invece di qualcosa diventa Quella Cosa.
Ci teniamo così tanto ai nostri sforzi che ci è impossibile dimenticarli.
Dovremmo invece incorniciare i momenti di riposo.”
Enzo Fileno (2022)

Premessa
Proporre un percorso che inizi con l’esperienza analitica in gruppo con lo Psicodramma analitico, richiede il fornire contributi che alimentino il desiderio di parteciparvi. Il 9 settembre 2023 il Centro Didattico Aletheia della SIPsA aprirà uno spazio dedicato allo Psicodramma Analitico con cadenza mensile. (La locandina è scaricabile in pdf). L'iniziativa, che si configura tra quelle approvate dalla SIPsA, vuole favorire chi non può recarsi settimanalmente in uno dei gruppi del Centro Didattico.
Tale desiderio può scaturire da una domanda che non trova risposte, da stimoli professionali o entrambi. Questa fase è definita nell’ambito della letteratura, partecipazione a un gruppo di base o esperienza analitica in gruppo di psicodramma.
In questo breve testo proverò a definire, anche se volutamente con molta approssimazione, come la dimenticanza possa divenire uno strumento di accesso a ciò che apparentemente è stato cancellato e come ciò che sembra essere stato cancellato dalla memoria, sia insieme limite e opportunità per l'essere umano.

La fonderia dei metalli oggi è narrata dalle pietre, con l'immaginazione possiamo ascoltare la storia. foto N. Basile

Dimenticare il nome nel sogno
Nella vita onirica notturna il nome che ci hanno consegnato, lo possiamo temporaneamente dimenticare affinché l’ombra della ragione possa vagare alla ricerca di segni di cui essa non sa tenere il conto. Il nome prima di divenire un simbolo è stato segno incomprensibile per ciascuno di noi, un “segno” che è stato dato affinché potesse essere ridefinito “con” la ricchezza dell’esperienza della vita. Tuttavia, l’uomo deve poter utilizzare la dimenticanza per non tenere il conto di tutti i processi che lo hanno reso soggetto al fine di trasformare i segni in nomi e i nomi in simboli. Così l’uomo costruisce la propria identità tra oblio e memoria.

Assumere il nome dell’altro

Così come alla nascita l’essere umano assume il nome dato dall’altro anche nel sogno accade che si assuma un nome alieno come il proprio. Accade anche di non provare tanto stupore nel rammentare di esser apparsi a noi stessi come sconosciuti a colui o colei a cui si racconta il sogno al risveglio. Nondimeno, al risveglio, senza il ricordo, alcuno saprebbe dichiarare all’altro il nome proprio che distingue anche dal personaggio o dagli attori del sogno. Quindi se non si potesse dimenticare il nome non si potrebbe ascoltare il nome dell’altro che palesando la sua presenza annuncia una richiesta. In altre parole: “se non potessi dimenticare, non potrei sognare”.

Così come alla nascita l’essere umano assume il nome dato dall’altro anche nel sogno accade che si assuma un nome alieno come il proprio. Accade anche di non provare tanto stupore nel rammentare di esser apparsi a noi stessi come sconosciuti a colui o colei a cui si racconta il sogno al risveglio. Nondimeno, al risveglio, senza il ricordo, alcuno saprebbe dichiarare all’altro il nome proprio che distingue anche dal personaggio o dagli attori del sogno. Quindi se non si potesse dimenticare il nome non si potrebbe ascoltare il nome dell’altro che palesando la sua presenza annuncia una richiesta. In altre parole: “se non potessi dimenticare, non potrei sognare”.
Nell'intrigante mostra a Aosta, in questo momento in corso, "L'autre portrait. Le jeu",  Miriam Colognesi mette in gioco il volto, i corpi, gli sguardi conservati e celati dagli archivi fin quando non sono messi in gioco. L'artista li fonde con le carte dei tarocchi, gioco e divinazione che attraversano i secoli. "Semplificando potremmo affermare che Miriam Colognesi compie una scelta molto precisa, quella di indagare attraverso un personale registro espressivo il tema della memoria individuale e collettiva. Decide di non occuparsi dei giocatori di carte, ma di ridisegnare le carte stesse, animandole dei volti e delle presenze di persone che riemergono dal passato in cui possiamo riconoscerci." scrive Daria Jorioz in "Gioco di carte, gioco del destino" per la presentazione delle opere dell'artista.

Raccontare il sogno
È necessario fare uno sforzo di memoria nel raccontare il sogno che finirebbe nell’oblio se non si trova un ascoltatore che rappresenti per noi, e per lui stesso, il confine tra lavoro del sogno nel sonno e quello che si svolge nella veglia. Il sogno infatti “non cessa di non scrivere” nel diurno come afferma, rispetto al sintomo, Lacan. E ciò che non viene scritto, divenendo illeggibile, si trasforma in “Quella Cosa” che non permette il riposo.

Il gioco del rocchetto
Scrivono G. e P. Lemoine (1972): “La matrice di ogni psicodramma, secondo noi, è il gioco del rocchetto o del Fort- da descritto da Freud (1920)”
Il gioco del rocchetto è ben conosciuto come la possibilità di far riapparire l’assente, potendolo governare attraverso il gioco e il linguaggio. Così è, affermano i Lemoine, anche per gli oggetti che incontriamo nella realtà, una volta usciti dalla esperienza del soggetto, possono esser sempre ricordati e immaginati come presenti. Un bel luogo che abbiamo visitato non lo possiamo portare con noi se non attraverso il contributo dell’immaginazione che lo può rendere presente, allietando un momento di stanchezza o favorendo l’alleggerimento di situazioni faticose.
L’immaginario è un elemento, o regime seguendo Lacan, del nostro pensiero, su cui poggia la metodica dello psicodramma analitico. Durante la rappresentazione di alcune parti del discorso dei partecipanti al gruppo, l’immaginario permette di rendere presente ciò che non lo è nella realtà di quel momento. D’altra parte, le mani di un mimo permettono ai nostri sguardi di cogliere ciò che non è e se il mimo è capace di far emergere emozioni che non hanno altro ancoraggio nell’immaginario dell’artista e di chi lo ha scelto.

Saper giocare
Nello psicodramma analitico non serve essere artisti mentre è necessario saper giocare seriamente come sanno fare i bambini e le bambine che sanno che non sono ciò che vorrebbero essere ma in quel momento lo impersonano con grande coerenza.
Il gioco ovviamente non può durare all’infinito e bambine e bambini si affidano all’adulto perché li possa far rientrare nella realtà. Anche nel gioco immaginario dello psicodramma il tempo è dato dal setting e dagli psicoanalisti e psicodrammatisti che conducono il setting in piccolo gruppo.
L’assenza della Cosa, della realtà, dell’oggetto che non è più nella sua concretezza e nel presente lascia una cornice vuota, un buco attraverso cui scorgere il riflesso dell’esperienza vissuta, ascoltare la sonorità coinvolgente che solo un brano musicale, una coreografia di danza sanno donare a chi decide di lasciarsi andare ai confini dell’immaginario per “incorniciare i momenti di riposo”.

Se questo è il tavolo
Scrivono i Lemoine … “se questo è il tavolo intorno al quale si riunisce per il pranzo tutta la mia famiglia, esso può diventare il simbolo del pranzo familiare, poi passando da una metafora all'altra, della famiglia stessa, quindi di altre famiglie come la mia; entra in gioco a questo punto la funzione simbolica”
Lemoine (1972)
Nell’esperienza di incontro con l’altro nel gruppo di Psicodramma Analitico, è possibile scorgere l’orizzonte attraverso un buco, come quello della fotografia per intenderci, rubato dallo scrivente a un cancello di legno di Aosta, permettendo a ciascun partecipante di dare infiniti significati alla vita vissuta, fin a ridisegnarne lo svolgimento. Ciò favorisce la memoria degli accaduti poiché essa diviene meno pressante o troppo coinvolgente, trasformandosi in racconto all’altro o in racconto dell’altro, colorando la vita con nuovi sentimenti e colori .
Lo psicodramma analitico è al servizio di chi desidera spostare “Quella Cosa” dal centro della vita affinché l’incessante rimirare la Cosa, venga sostituito dall’ “incorniciare i momenti di riposo”.

Piccola bibliografia

Colognesi Miriam - "L'autre portrait. Le jeu" Aosta, Chiesa di San Lorenzo - 27 maggio - 15 ottobre 2023

Fileno Enzo (2022) – Il giardino di Italo – Ponte alle Grazie

Freud S., (1920), Aldilà del principio di piacere, in Opere vol.9, Bollati Boringhieri, Torino, 2008.

Jorioz Daria in "Gioco di carte, gioco del destino"
"L'autre portrait. Le jeu" Aosta, Chiesa di San Lorenzo - 27 maggio - 15 ottobre 2023

Lemoine G. e P., (1972), tr.it. Lo Psicodramma, Feltrinelli editore, Milano, 1977

Dove e quando si svolgerà il primo incontro e i successivi?

Il 09/09/23 a Roma in via Nomentana 333 C, con orario ridotto, 9,00 – 12,05.

A seguire i primi tre incontri si svolgeranno nelle date del
21 ottobre 2023;
11 novembre 2023; 9 dicembre 2023 
secondo il seguente orario:

• 9,00 - apertura
• 9,15 - 10,30 - prima seduta
• 10,30 - 10,45 - break caffè
• 10,50 - 12,05 - seconda seduta
• 12,10 - 13,10 - pausa pranzo
• 13,15 - 14,40 - terza seduta
• 14,45 - 16,00 - - quarta seduta

 

Costo?

Il 09/09/23 è richiesto il desiderio di partecipare.

Da ottobre il costo sarà di € 100 mensili.

Informazioni e Iscrizioni

Nicola Basile

• cell. 3296322722 (lasciare messaggio su whatsapp per essere richiamati)

• mail: nibasile@libero.it

In un tempo di eterno presente

 

recensione di Nicola Basile

 

Una voce torna da un lontano passato, chi la esprimeva non è presente ma un corpo sonoro la rende viva. È l’intreccio che viviamo quando la tessitura della poesia, fa breccia nel rumore della vita e ottiene ascolto. Poesia e sogno richiedono entrambi tessitura, ascolto e silenzio, affinché possano essere creati e narrati. Essi vivono di continui rimandi: la poesia permette al lettore di avvicinare l’assente fino a sentirlo pelle della propria pelle; il secondo porta in dota l’assenza di un tempo distinto e sollecita il passato a farsi odierna esperienza e l’oggi a mescolarsi con il dimenticato.
Italo Calvino imparava le poesie a memoria affinché esse potessero riemergere dalla dimenticanza rendendo la realtà segno dell’onirico. (1) Rilke scrive "le storie del Buon Dio" (2) affinché esse potessero essere narrate ai bambini. Lo scrivente narra le fiabe che ha letto e che si sono sedimentate nella sua memoria per uscire mai uguali a se stesse affinché l’ascoltatore le renda vive nel suo desiderio.
Quando leggiamo un libro di poesie tradotte da un’altra lingua, chi ascoltiamo, il sogno del poeta o quello del traduttore? Se superiamo l’opposizione, possiamo affermare che la tessitura di un incontro tra soggetti desideranti, la reciproca assenza possano mescolandosi, diventare libro di poesie scritto tra due donne, Eleftherìa Sapountzì, poetessa scomparsa nel 2000 e Viviana Sebastio, traduttrice che immagino su una spiaggia dell’Egeo?
E il lettore di “In un tempo di eterno presente” (3) cosa cerca?
Nelle righe di brevi segni poetici cerco la poetessa come la traduttrice, in una sovrapposizione di figure simile al meccanismo del sogno definito da Sigmund Freud (Freud 1899) come condensazione (4).

“Ieri mi hanno vista
vagare insonni altrui.
chissà dove andavo ancora
e infilandomi tra vicoli
mi sono confusa e persa per ore
Vagavo qua e là. Come stai
Non avevo nulla con me
vagabondavano soltanto,
il mio cuscino al mattino era privo di prove”

Non c’è un titolo per strappare questi versi agli altri, solo un numero “14” e un numero poiché i versi appartengono tanto alla poetessa, tanto alla traduttrice, tanto a chi sogna il sogno e ritiene di rimanere nella veglia, altrimenti non potrebbe narrare di aver letto di poesia. Così da lettore veglio sull’assenza della poetessa e di colei dal greco ha traghettato il “sogno poesia” in italiano.

Al numero 23 vengo interrogato:

“I mesi nascondono parole
Che- dopotutto- chi
le capirebbe?”

Non so rispondere e non desidero rispondere poiché le parole della “poesia sogno” non si sottomettono alla comprensione poiché esse rendono servizio alla “libertà” dell’inconscio di vivere nella realtà del diurno.
Paul Eluard scrive:

“Sul mio cane ghiotto e tenero
Su le sue orecchie dritte
Su la sua zampa maldestra
Scrivo il tuo nome”

E' dove la cerco anche io, adolescente lettore di Paul Eluard, poiché libertà non cessa di nascondersi, sussurra Sapountzì (o a suggerire sono coloro che hanno tradotto per me?):

“ E soprattutto resto
nella sua zona d'infinito
lì dove cambiano senso
criminose e imploranti
lì dove si nascondono chiave e porta”

Ringrazio autori, traduttori, editori per continuare a farmi sognare e auguro a chi leggerà di poesia una buona attività onirica.

 

Note:
1 Carabba Enzo Fileno - Il giardino di Calvino - Ponte alle Grazie - 2023
2 - Rilke. R. M. - Le storie del buon Dio" - Rizzoli - 1978
3 - Sapountzì
Eleftherìa - In un tempo di eterno presente - edizioni Ensemble - 2022
4 - Freud S. - L'interpretazione dei sogni - Opere - Bollati Boringhieri

 

 

Formazione SIPsA allo psicodramma analitico – Laboratorio di I livello

Che cosa è lo psicodramma?

Lo psicodramma analitico ha origine negli anni ’60, grazie alla coppia di psicoanalisti francesi, Genie e Paul Lemoine.

Esso si presenta come originale elaborazione di teoria, metodo e setting freudiana sul funzionamento della mente.
Lo psicodramma è studiato e sviluppato, nella SIPsA, come un dispositivo psicanalitico. Si svolge tramite incontri in gruppo, di solito settimanali, della durata un’ora e mezza.

Come accedere al percorso formativo delle SIPsA?

La SIPsA è organizzata in Centri Didattici.

Il Centro Didattico Aletheia di Roma per l’anno 2023-2024 si è proposto di attivare il Laboratorio di psicodramma analitico di Primo Livello.
Coloro i quali, al termine di questo primo laboratorio, mostreranno interesse a proseguire, potranno portare avanti l’esperienza analitica in gruppo anche l’anno successivo. Coloro i quali hanno la qualifica professionale, potranno inoltre sperimentarsi nella posizione di animatore e di osservatore per mezzo della supervisione dei formatori SIPsA.

A chi è rivolto l’incontro mensile del laboratorio di I livello?

È aperto.

Quale è il suo obiettivo?

Ogni domanda cerca una soluzione la cui risposta richiede l’altro. Ciò implica la capacità di attingere alle proprie competenze umane che mutano nel corso del tempo. Poiché non tutte le domande trovano una definizione, né tutte le risposte sono esaurienti, si originano strati di interrogativi che vengono riposti e dimenticati, richiedendo un gravoso dispendio di energie emotive e cognitive solo per conservarle. Avere un luogo e un tempo per poter rappresentare i propri “incompresi” e a volte “incomprensibili” bisogni, personali o professionali rende meno energivoro il lavoro della psiche. Nel gruppo di Psicodramma analitico gli interrogativi sulla realtà del vivere e il vissuto del sogno vengono rivolti alla coppia di analisti, trovando un interlocutore in loro come nei partecipanti. Il gioco psicodrammatico conduce allo svelamento di ciò che nel tempo è stato accantonato e dimenticato, rendendolo materiale riutilizzabile. L’esperienza che si ripete, come la domanda che non ha soluzione perdono la qualità di ostacolo. Infine, grazie alla dimensione corale del setting, ciascuno individua nel tempo originali percorsi di ricerca personali e professionali, potendo utilizzare le risorse celate nell’inconscio.

Chi animerà gli incontri?

Nicola Basile, psicoanalista, didatta SIPsA, lavora a Roma, nello studio “Nuovi Percorsi” in via A. Borelli di Roma di cui è fondatore. Cura dal 2005 il sito https://www.nuovipercorsi.it/.

Alessandra Corridore, Psicoterapeuta, Psicologa Analista con funzione di docenza C.I.P.A.  (Centro Italiano   di   Psicologia   Analitica),   socio I.A.A.P.   (International   Association   for   Analytical   Psychology), associato   SIPsA   (Società   Italiana   di   Psicodramma   Analitico).   

Dove e quando si svolgerà il primo incontro e i successivi?

Il 09/09/23 a Roma in via Nomentana 333 C, con orario ridotto, 9,00 – 12,05.

A seguire i primi tre incontri si svolgeranno nelle date del
21 ottobre 2023;
11 novembre 2023; 9 dicembre 2023 
secondo il seguente orario:

• 9,00 - apertura
• 9,15 - 10,30 - prima seduta
• 10,30 - 10,45 - break caffè
• 10,50 - 12,05 - seconda seduta
• 12,10 - 13,10 - pausa pranzo
• 13,15 - 14,40 - terza seduta
• 14,45 - 16,00 - - quarta seduta

 

Costo?

Il 09/09/23 è richiesto il desiderio di partecipare.

Da ottobre il costo sarà di € 100 mensili.

Informazioni e Iscrizioni

Nicola Basile

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Riflessioni per un nuovo cammino

Contributi per il
Seminario SIPsA di Polivisione
in setting di Psicodramma analitico
in presenza
del 24 giugno 2023

"Incontrare il mondo fuori dalle stanze di terapia"

di Stefania Falavolti
S.I.Ps.A - Centro Didattico Aletheia - Lazio

È stato detto che: “mettere su un gruppo è innanzitutto mettere in scena il desiderio dell’analista” … ma quale desiderio? Qual era, lontano nel tempo, quel desiderio che fece da levatrice ai primi gruppi di poli visione? Non è dato sapere davvero cosa sia accaduto, era forse per :“incontrare il mondo fuori dalle stanze di terapia?”
Curioso pensiero che il mondo non ci sia negli studi, dove entrano tante persone col loro bagaglio di sofferenze e problemi, chissà quale mai sarà la sostanza del mondo che sfugge e si vorrebbe trovare. Come se quegli essere umani non fossero fatti della stessa carne e dello stesso sangue di quelli di fuori, vittime di guerre e disastri, che ripetuti mille volte nelle cronache visive, finiscono per svaporare come personaggi di un incubo alla luce dell’alba.

"Misurare la distanza"

Occorre misurare la DISTANZA, quella giusta, tra l’uno e l’altro, tra gli altri e noi, così al riparo dei nostri saperi. Bisogna chiedersi se intervenire o astenersi, se rischiare di agire come un occupante che viola un territorio straniero o astenersi, lasciando che il tempo faccia il suo corso. Un dubbio turba il silenzio, se intervenire fosse invece lasciarsi andare ad un incontro ravvicinato con l’alieno che abita anche dentro di noi, e che urla il suo dolore, la sua rabbia fatta di paura e di impotenza. Non chiudere gli occhi allora ma aprirli su uno spazio di presenza e riuscire a vedere la morte che ci cammina accanto dal primo vagito. Non è un fantasma, è questo il reale che ci paralizza e ci affascina, che ci toglie la parola, cosa possiamo dire su di essa, innegabile padrona delle nostre vite?

"La grande bugia"

La pandemia irrompe come un tornado, ci fa ritirare da quel mondo che cerchiamo e che solo ora ci appare così ostile e così bello, nei suoi cieli purificati per qualche mese dalle nostre scorie, dagli animali tornati liberi nei mari e nelle città, ad essere in gabbia siamo noi ora, quelli che si credevano i padroni della terra. Nella distanza forzata anche da quelli che ci sono più cari, nell’esclusione dei corpi, ridotti a fotogrammi, riscopriamo l’invincibile desiderio di contatto, ci accorgiamo che è possibile fermarsi, guardare ed ascoltare. È esplosa la grande BUGIA che rincorrendo l’irraggiungibile eudemonia, si potesse sconfiggere Lei, la nera Signora.

“Casa di un altro mondo"

Sorge così la tentazione di costruirci una “casa di un altro mondo” dove incontrare una nuova versione di noi e delle nostre vite, riscriverle da capo, riscoprire forse quanto, lungo il nostro cammino sull’orlo dell’abisso, sia fondamentale e bellissimo cercare di incontrare l’altro, sia dentro che fuori di noi, anche se solo per un fugace attimo, anche se costerà dolore.

“Ecco! Incominciamo”

di Novella Basile
S.I.Ps.A. - Centro Didattico Neoarchè - Puglia
“Ecco! Incominciamo” come a dire “Ci siamo! Andiamo a vedere!”, con la promessa che alla fine ne sapremo di più.
È così che è incominciata per me l’esperienza con la Polivisione. Era giugno del 2020 e il mondo stava vivendo un momento di grande difficoltà. Un piccolo essere invisibile e perturbante insidiava i nostri corpi, ci costringeva a fare i conti con l’imprevedibilità e la precarietà della vita. Come lo specchio che, nella fiaba della Regina della Neve, va in frantumi e con le sue schegge manda il mondo sottosopra seminando il male, così l’invisibile Sars19 destabilizza, spaventa, rinchiude gli umani in un guscio protettivo. Ma proprio quando le porte sembrano tutte chiuse ecco che si aprono le finestrelle ed io intraprendo un bel viaggio che si chiama polivisione.

“Rete”

La rete ci aiuta e ci consente di comunicare dandoci la possibilità di nuovi incontri. Si accorciano le distanze e si avverte la vicinanza al di là dello spazio. Ci siamo, ci guardiamo, ci parliamo e iniziamo un percorso insieme. L’incontro con i miti e con le fiabe mi riporta all’immaginario dell’infanzia e mi permette di rileggere il nuovo senso di narrazioni tutt’altro che rassicuranti. Le fiabe ci conducono nel fitto bosco dei nostri fantasmi dove ci si può perdere, ci si può smarrire, si può inciampare nei rovi, ma si può anche ritrovare la strada del proprio desiderio. Strada non sempre lineare, spesso impervia e difficoltosa, ma che merita di essere percorsa.

“Si può vedere in tanti modi”

 Poli/visione, cioè si può vedere in tanti modi, scoprire più orizzonti della visione, si può cogliere in superficie, ma si può andare in profondità: ci sono sguardi che ci hanno turbato, sguardi che abbiamo temuto e sguardi che ci hanno accarezzato. E poi la voce, questa sconosciuta che sembra non appartenerci, che quando esce si perde, la voce è un oggetto perduto, ci sfugge, se ne va.  Voce di dentro e voce che se ne va, si perde nel momento della sua emissione, oggetto così intimo e così altro. Sguardi, voci ed ora il corpo che torna a farsi vedere per intero, a esigere la sua presenza, a incontrare l’altro senza schermi, che velano, che lasciano intravvedere, ma che nascondono. Ognuno di noi può essere Kai o Gerda espressione dell’assenza di emozioni, dell’indifferenza oppure della ricerca dettata dal desiderio dell’incontro con l’altro.

“L'ideale idoneità”

di Giuseppe Preziosi

S.I.Ps.A - Centro Didattica Apeiron - Lazio
“Gli analisti sono persone che hanno imparato a esercitare un'arte determinata e per il resto si deve concedere loro di essere uomini come gli altri[...] Che il futuro analista sia un uomo perfetto prima di iniziare a occuparsi di analisi e, cioè, che a questa professione (Beruf) si dedichino esclusivamente persone di tanto elevata e rara perfezione, chiaramente non si può pretendere. Ma dove e come il poveretto si può procurare l'ideale idoneità di cui abbisogna nella professione?”

Freud continua poi con altre parole ed altre riflessioni, io preferisco fermarmi qui, a questa domanda. E rispondermi  che il “poveretto” rinunciando ad un “ideale idoneità di professione” ritrova ogni volta il suo desiderio nella possibilità di concludere e riaprire, nel fondare e terminare. Nell' appassionarsi alla soglia, alla marginalità di un sempre inconcluso, insaturo sento spesso dire nei corridoi della Scuola. Un continuo rilancio che nutre e interroga dispositivo, teoria e prassi.

Crediti

Freud Sigmund - Analisi terminabile e interminabile_ Bollati Boringhieri 1977
Basile Nicola - S.I.Ps.A - Centro Didattico Aletheia - Lazio -  Fotografie di San Bruzio, Magliano in Toscana.
La principessa delle Nevi - fiaba russa

Contatti e informazioni

Il seminario del 24/06/2023, h 9,30-13,00, in presenza in via Nomentana 333/c è aperto a coloro che con noi desiderano interrogare attraverso il dispositivo dello Psicodramma analitico, i nodi che la relazione di cura pone alla società. Il seminario come sempre non è gratuito. La partecipazione richiede la fatica del proprio esserci e il desiderio della psicoanalisi.
Per per poter ricevere informazioni scrivere a Nicola Basile - nicolabasile.edu@gmail.com
nuovipercorsiviaborelli@gmail.com, indicando il proprio nome, professione, numero di telefono.
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