Appunti per l’incontro di polivisione del 28 aprile 2017
“Desiderio di essere e di perseverare in un futuro”
Nello sviluppo del bambino assistiamo costantemente a trasformazioni che impongono una nuova definizione tra ciò che era prima e ciò che è, in attesa di ciò che sarà. Il corpo che si trasforma e cresce impone queste tre dimensioni, sincroniche che altro non sono che le relazioni simboliche tra il bambino e l’immagine che di se stesso si va formando attraverso la parola di chi lo ha desiderato, la madre e il padre. Il corpo del bambino si esprime attraverso bisogni che l’altro deve poter soddisfare, bisogni primari e affettivi ma anche attraverso la definizione di desideri che fanno di lui un soggetto.
Ci dice F. Dolto, che l’immagine del corpo infantile “si struttura in un rapporto di linguaggio con gli altri. Inizialmente e fondamentalmente con la madre o la figura che la sostituisce.” (1) Tale immagine non può che essere molteplice: strutturale, genetica e relazionale. La percezione narcisistica permette di integrare i frammenti del corpo in un’unità che fa riferimento a un corpo che riposa, a un corpo che respira, a un corpo che desidera di vivere strutture della immagine corporea che è dalla nascita e che si trasforma con la crescita. Durante le trasformazioni parti del corpo saranno scelte come rappresentanti dei processi legati al piacere-dispiacere e alle diverse fluttuazioni dinamiche di tali processi. Così dalla dimensione statica si passa a una rappresentazione del corpo dinamica dove la tensione si contrappone alla quiete favorendo il passaggio all’investimento erogeno di parti del corpo.
“L’immagine dinamica collega le tre precedenti e corrisponde al desiderio di essere e di perseverare in un futuro”(2) La Dolto afferma che “un’immagine del corpo sana può coabitare in uno schema corporeo malato. Dipende da come si parla alla persona con handicap”(3).
Nel lavoro di polivisione svoltosi c/o lo Studio Nuovi Percorsi tra insegnanti, psicoterapeuti, neuropsichiatri dell’età evolutiva e terapisti della neuro e psicomotricità, il 31 marzo 2017, nella sede di via Borelli 5 a Roma, è stato interrogato il lavoro clinico che un corpo infantile, uscito da una malattia genetica, pone alla medicina come alla psicoterapia. Read more