Riflessioni e proposte per l’incontro di polivisione del 19 gennaio 2018 di Nicola Basile
Il 14 dicembre 2017 abbiamo deciso di approfondire il testo “Monologo per l’altro” per non lasciare in sospeso alcuni nodi clinici e teorici che non avevamo avuto il tempo di far emergere a novembre.
Li riporto in modo sintetico:
- Chi parla durante le presentazioni cliniche? Il soggetto di cui ascoltiamo la domanda è il minore o chi è chiamato a svolgere un compito terapeutico o riabilitativo o di relazione di cura, quindi l’adulto?
- C’è uno stretto rapporto tra poesia e matematica. Viene considerato nel trattamento dei disturbi quali la discalculia?
- Quando ci interessiamo alle sorti del minore non stiamo forse volgendo l’attenzione a una sorta di sociologia del futuro in cui spesso i padri sono evanescenti? E’ necessario trovare un nuovo ancoraggio del lavoro al compito di chi interviene.
- Nel lavoro di polivisione qual è il confine tra il ruolo del professionista e la sua soggettività? E qual è il limite oltre il quale non si deve andare durante la discussione del caso clinico?
- Il “taglio” che viene dato dall’animatore al il gioco di ruolo si pone dalla parte della formazione di chi presenta la clinica o è orientato a far emergere la domanda di cura?
Il 19 gennaio 2018 alle ore 18,10 riprendiamo la serie di incontri di polivisione.
- Note
La fotografia è tratta da: “Tant que la tête est sur le coup” (1978) Conception, mise en scène et interprétation de Claire HEGGEN et Yves MARC, Théâtre du Mouvement. Festival Mimes et Clowns, 1980. Photographe : Fastome management. Archives TJP, Strasbourg.” e pubblicata su Pinterest al seguente url: https://it.pinterest.com/pin/608830443348952504/
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